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Bollettino Agrometeorologico Vite n°16. 2023 del 17.07.2023

INDICAZIONI METEOROLOGICHE

  • Mercoledì 12 luglio sono scesi da 30 a 40 mm di pioggia sulla collina bergamasca, circa 20-30 mm attorno al lago d’Iseo e circa 7-10 mm sulla collina Bresciana. Da segnalare che nelle valli bresciane e bergamasche, nonché nel lecchese e nel varesotto sono scesi da 80 a 120 mm di pioggia con diversi danni da grandinate
  • Giovedì 13 luglio la coda dei temporali del 12 luglio ha portato ulteriori 7-15 mm, questa volta su tutto il territorio di interesse.

Da venerdì il tempo è stabile e le temperature stanno subendo un lento, ma costante aumento.

Domenica 16 si sono toccati i 38° nel basso mantovano, mentre nel bresciano i 35°-36°. L’ondata calda raggiungerà il picco tra martedì e mercoledì, ma fortunatamente il nord Italia è ai margini e molto lontano dai picchi oltre i 40-42° che verranno raggiunti tranquillamente al centro e al sud Italia.

Di contro, il nord Italia rimarrà esposto ad ondulazioni atlantiche più fresche, che potranno innescare violenti temporali, già dalla serata di martedì, come sempre più probabili a ridosso dei rilievi, ma non esclusi in pianura.

Dati meteo 10 luglio – 16 luglio

LocalitàT minData T minT maxData T maxPiovosità Somma mm periodoUltimo giorno pioggiaUltima pioggia mmOre bagnatura fogliare
Botticino17,913/736,416/7413/748
Calvagese16,413/735,116/77,213/77,27
Puegnago17,113/735,516/713,213/713,2N.P.
Sirmione18,113/73516/76,613/75,416
Cortefranca17,612/736,116/73713/78,4N.P.
Paderno F.C.17,714/735,816/712,813/71019
Gussago Stella17,413/735,616/76,813/72,46
Poncarale17,814/736,516/76,413/76,422
Tremosine13,914/73116/73013/723,416
http://meteo.provincia.brescia.it/ – N.P: dato non disponibile.

FASE FENOLOGICA

La vite risulta mediamente compresa chiusura grappolo (BBCH 77) e inizio maturazione (BBCH 81)nelle aree più precoci e su varietà precoci.

GESTIONE DELLA VEGETAZIONE

Dove le viti sono molto vigorose per via della disponibilità idrica nei suoli e/o della combinazione varietà/portainnesto vigorosa, effettuare nuove cimature.

PERONOSPORA

Rischio medio, in calo

Permangono condizioni di rischio medio in relazione alle bagnature fogliari e alla situazione di campo.

Per questo si consiglia di mantenere la distanza tra i trattamenti al minimo indicato in etichetta e alternare le s.a. in modo da tornare in copertura ogni 7/9 giorni, soprattutto nelle località e sui vitigni più sensibili. Al fine di massimizzare l’efficacia dell’intervento si consiglia di posizionare gli interventi prima delle piogge, in modo da garantire la copertura anche della vegetazione nuova.

Ricordiamo che la maggior parte delle sostanze attive sistemiche e citotropiche hanno una scarsa mobilità nel grappolo e, pertanto, su quest’organo, buona parte della difesa è mantenuta dai prodotti di copertura.

Negli areali più precoci, dove è in corso l’invaiatura, come la Franciacorta, è possibile interrompere gli interventi, o in caso di forte pressione del patogeno è possibile intervenire solamente sulla fascia vegetata per mantenere sana la nuova vegetazione, lasciando non trattata la fascia dei grappoli.

Per le aziende a basso rischio è possibile intervenire con una sostanza di copertura impiegata da sola, mentre nelle altre situazioni consigliamo di utilizzare una delle seguenti miscele:

Sostanza attiva Sistemica / CitotropicaSostanza attiva di copertura
Fosetyl AlRame
DimetomorfRame
MandipropamideRame
BenthiavalicarbRame
IprovalicarbRame
ValifenalateRame
Cimoxanil*Rame
Fosfonato di potassioAmetoctradina
DimetomorfAmetoctradina
Fosfonato di sodioCiazofamide
DimetomorfZoxamide
MandipropamideZoxamide
CimoxanilZoxamide
Fosetyl AlZoxamide
*Cimoxanil può integrare le miscele Fosetyl Al + Rame e Fosetyl Al + Zoxamide.

Prestare attenzione ai tempi di carenza nel caso di varietà precoci.

Con infezioni in corso può essere utilizzato l’olio essenziale di arancio che ha un’azione fisica che si esaurisce in poco tempo, agendo per contatto e portando le pareti di miceli, conidi ecc. al disseccamento. Generalmente si utilizza al dosaggio di 1,6 litri per ettaro e nel caso di impiego in miscela con zolfo, si consiglia di non andare oltre i 2 kg/ha di zolfo, per evitare problemi di fitotossicità. L’olio essenziale di arancio presenta anche un’azione insetticida in quanto causa il disseccamento della cuticola degli insetti, ma solo con esoscheletro molle e negli stadi giovanili.

Per quanto riguarda i vigneti a conduzione biologica si consiglia la distribuzione di 250-300 grammi/ettaro di rame metallo (inteso come sostanza attiva, non come dosaggio del prodotto commerciale). L’aggiunta di zolfo in formulato liquido, per il controllo dell’oidio, migliora la resistenza al dilavamento del rame. Pertanto, è possibile usare metà o un terzo del dosaggio previsto per lo zolfo, in forma liquida e la restante parte, in forma bagnabile.

OIDIO

Rischio medio, in calo

Intervenire con zolfo al dosaggio di 4-6 kg/ha. Nelle aree con infezioni ricorrenti e su vitigni sensibili è possibile innalzare il dosaggio dello zolfo a 6-8 Kg/ha o abbinare allo zolfo i triazoli* (mefentriffluconazolo, penconazolo, tetraconazolo, difenconazolo e tebuconazolo), o metrafenone*/pyrifenone* o fluxapyroxad* o ciflufenamide*, o proquinazid*, o meptyldinocap*, o bupirimate*. Per le limitazioni da Disciplinare, consultare il bollettino numero 4 del 26 aprile. Prestare attenzione ai tempi di carenza nel caso di varietà precoci.

Un intervento antiperonosporico e antioidico ed il successivo, possono essere intervallati dall’impiego di zolfo ventilato alla dose massima consentita in etichetta o, in alternativa, all’olio essenziale di arancio (1,6 lt/ha in 200 lt di acqua) o al bicarbonato di potassio (da usare a 500 gr/hl con 200/300 litri di acqua). Gli ultimi due sono da distribuire in formulazione liquida sulla zona grappolo.

FOCUS MAL DELL’ESCA

Il mal dell’esca viene definito come un complesso di malattie causato da più funghi che funghi possono susseguirsi o sovrapporsi nella stessa pianta, oppure possono agire in maniera indipendente, provocando sintomatologia diversa anche in relazione all’età delle viti colpite. Il particolare andamento climatico di quest’annata sta esasperando la comparsa di sintomatologia sia con decorso cronico, che con decorso acuto e colpo apoplettico, quest’ultimo più frequente su vecchi ceppi. Gli effetti particolarmente gravi sui Cabernet e su Chardonnay.

SINTOMI

Sezionando longitudinalmente i fusti si possono notare striature isolate o raggruppate a formare una o più fasce bruno-nerastre che partono dal punto d’innesto e si allungano sia in senso acropeto che basipeto, raggiungendo spesso l’estremità inferiore del portainnesto. La sezione trasversale della barbatella presenta punteggiature nere sparse o raggruppate a formare un anello intorno al midollo centrale. Dai vasi corrispondenti fuoriesce un essudato gommoso di colore nerastro.

Le foglie presentano strisce di tessuto necrotico color mattone, delimitate da una sottile banda di tessuto clorotico. Le strisce necrotiche partono dal margine fogliare o dalla lamina sotto forma di macchie di varia grandezza e forma e non interessano l’area della nervature, che rimane verde. Nelle cultivar a bacca nera tra l’area necrotizzata e la banda clorotica compare una spessa linea di colore variabile dovuta ad una accumulo di pigmenti nella zona internervale. Le foglie possono rimanere attaccate alla pianta o cadere al suolo.

Su gli acini compaiono delle piccole aree di colore marrone scuro o violetto solitamente sull’estremità distale dell’acino, oppure distribuite irregolarmente sulla superficie o in bande longitudinali. Queste possono necrotizzare causando spaccature superficiali nelle quali possono insediarsi agenti di marciumi. I grappoli colpiti hanno uno sviluppo rallentato ed uno scarso accumulo in zuccheri. Un altro sintomo su grappolo è l’avvizzimento delle infiorescenze e delle fruttificazioni, con perdita totale della produzione della pianta.

Sul fusto principale si può osservare un marciume del legno chiamato “carie bianca” perché viene decomposta soprattutto la lignina (che è di colore scuro) e solo parzialmente la cellulosa (più chiara). Il legno assume un aspetto spugnoso, friabile e diviene di colore bianco-giallastro. In alcuni casi la carie raggiunge anche la superficie esterna causando la formazione di fratture lungo il tronco (da cui deriva il nome di “mal dello spacco”). Il legno cariato perde ogni sua funzionalità, ma la pianta sopravvive grazie alle ultime cerchie.

La sintomatologia tipica nel suo complesso comprende uno sviluppo stentato, il blocco della crescita della pianta nelle sue parti o interamente, clorosi e tigratura delle foglie, perdita di produzione, declino del vigore e della produttività.

sezioni trasversali di fusto con visibile emissione di essudato gommoso, carie bianca, entrambi i precedenti sintomi e punteggiatura nerastra .

sintomi fogliari su vitigno a bacca nera, su vitigno a bacca bianca e vite affetta da mal dell’esca con disseccamento improvviso o “colpo apoplettico”

sintomi su grappoli da poco allegati, sintomi su acini, visione complessiva di vite affetta da mal dell’esca con decorso cronico