Lo sviluppo delle tecnologie di rilievo del territorio ha reso disponibile un’ampia serie di dati che consentono di immaginare applicazioni future di ampio impatto sull’agricoltura, in particolare nell’ambito della viticoltura di precisione.
Secondo una ricerca (Thompson et al. 2019) oltre il 90 % degli agricoltori americani dichiara di utilizzare almeno una tecnologica di agricoltura di precisione con una migliore e più facile gestione dell’azienda.
In Italia, l’applicazione di queste tecnologie trova una scarsa applicazione a causa delle ridotte dimensioni aziendali e dello scarso sviluppo tecnologico.
Il sistema di monitoraggio può essere effettuato mediante satelliti, droni o apparecchiature di prossimità.
Il vantaggio dei satelliti è che i dati sono reperiti a intervalli regolari (ogni 5 giorni per il Satellite Sentinel 2 dell’Agenzia Spaziale Europea) ma sono influenzati dalle condizioni del tempo, ad esempio dalla nuvolosità, e sono resi con una risoluzione di 10 metri. I dati sono resi disponibili dall’Agenzia Spaziale Europea e consentono di limitare i costi di gestione. Nel caso dei vigneti allevati a spalliera (guyot, archetto, cordone speronato), in funzione del fatto che la proiezione al suolo della chioma rappresenta un’area limitata rispetto al terreno, il dato viene fortemente influenzato dal suolo e dalla relativa gestione (lavorato, inerbito, irrigato, non irrigato). La maglia 10 x 10, utile ad avere un’indicazione generale non consente di effettuare interventi localizzati.
Il monitoraggio mediante droni richiede di effettuare dei voli di rilievo con le idonee autorizzazioni. La maggior richiesta di risorse consente, peraltro, di avere immagini con maggior risoluzione e eliminare l’influenza della copertura nuvolosa.
Esistono, infine, sensori di prossimità, portati da attrezzature specifiche (quad) o da trattrici che riescono a restituire le informazioni relative alla singola vigna.
L’indice NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) descrive il livello di vigoria della coltura restituendo un valore tra -1 e 1, con quelli compresi tra -1 e 0 tipici di aree coltivate come corsi d’acqua e zone antropiche.
Il parametro restituisce il livello della copertura vegetale e il livello di vigoria della stessa, pertanto alla lettura deve seguire una contestualizzazione della coltura con un sopralluogo.
La restituzione di uno stato di vigoria medio o basso richiede, inoltre, di definire il motivo di tale condizione, come ad esempio la presenza di stress nutrizionali, attacchi antiparassitari, danni da eventi da agenti atmosferici, o condizioni pedologiche inadeguate.
L’indice NDMI (Normalized Difference Moisture Index) dà un’indicazione del livello di copertura vegetale e del conseguente stato idrico della coltura.
Il LAI o leaf area index, ovvero indice di superficie fogliare, dà indicazione della quantità di vegetazione presente sull’area, deriva dall’indice EVI (Enhanced Vegetation Index)
Esistono alcuni altri indici che apportano delle correzioni agli indici precedenti:
- GNDVI (Green Normalized Difference Vegetation Index): si tratta di un indice come NDVI che utilizza la radiazione verde anziché la rossa;
- SAVI (Soil-Adjusted Vegetation Index) indice simile al NDVI ma con una correzione per il suolo nudo;
- WDRVI (Wide Dynamic Range Vegetation Index): si tratta di un indice NDVI cui è applicata una correzione per garantire una elevata efficacia con vegetazione ben sviluppata;