INDICAZIONI METEOROLOGICHE
Il mese di marzo è chiuso sopra la norma di circa 1 grado, mentre dal punto di vista delle precipitazioni sono scesi dai 15 ai 18 mm su tutto il territorio.
Aprile, dopo i primi due giorni del mese molto miti, ha visto un repentino e radicale cambiamento dal punto di vista termico, con la prima decade chiusa a circa -2° dalla media. Anche questi giorni si registrano temperature sotto la norma.
I due eventi che hanno destato particolare preoccupazione sono stati i seguenti:
- Mattina di martedì 28 marzo
- Ondata fredda del 4-5-6 aprile
La mattinata fredda del 28 marzo si è verificata a causa di un rapido ingresso freddo da nord, avvenuto il giorno precedente, unito ad una nottata estremamente limpida. In questo caso hanno le aree precoci, in zone pianeggianti e la zona immediatamente ad ovest del cordone morenico del Garda (Bedizzole, Calvagese), scese lievemente sotto lo zero.
L’ondata fredda del 4-5-6 aprile è scaturita da una vera e propria irruzione di aria continentale da est, con flusso freddo costante di più giorni e isoterme pienamente invernali. Nonostante la radiazione solare di aprile ed i cieli sereni, le temperature massime il 4 e il 5 sono rimaste attorno ai 12°. Il rischio di danni notevoli era molto alto nelle zone precoci, ma con grande e doppia fortuna la prima notte (tra il 4 e il 5) è intervenuta della nuvolosità ad ostacolare il calo termico, mentre la seconda notte (tra il 5 e il 6) il calo è stato disturbato dalle brezze e dal basso contenuto igrometrico dell’aria. Giovedì 6 mattina, in particolare, le temperature su tutto l’areale d’interesse (all’altezza standard dei sensori termici, ossia circa 180 cm) si sono spinte attorno allo zero (quindi a livello del terreno sicuramente sotto lo zero), tant’è che era diffusa la brina. I danni si sono registrati a macchia di leopardo sul territorio, ancora una volta nelle zone precoci pianeggianti e più umide.
In data 13/04/2023 è tornata anche la pioggia, quella vera, non i piovaschi da 2/3 mm. Sono scesi circa 30-35 mm in Franciacorta, Brescia città, collina di Brescia e circa 20 mm da Brescia verso est. Nella vicina bergamasca sono scesi dai 40 ai 50 mm.
Per questa settimana permarrà una circolazione secondaria fresca da est e quindi le temperature resteranno attorno alla norma o leggermente sotto, con massime che a fatica raggiungeranno i 20° e un nuovo peggioramento è previsto per la serata di mercoledì.
Nonostante la pioggia di giovedì sia stata provvidenziale permane la condizione siccitosa da record.
Ecco di seguito la top ten degli ultimi 12 mesi (al 01/04) meno piovosi degli ultimi 155 anni (fino al 1949 dati dell’Istituto Pastori, dal 1949 al 1869 archivio storico pre Pastori):
Anno | 2023 | 1944 | 1913 | 1922 | 2022 | 1918 | 1884 | 1945 | 1984 | 2002 |
mm | 557,6 | 611,2 | 618,2 | 633,7 | 636,4 | 657,3 | 664,7 | 670 | 685,4 | 691,2 |
Ecco anche la top ten degli ultimi 24 mesi (al 01/04):
Anno | 2023 | 1945 | 1944 | 1923 | 1943 | 1872 | 1914 | 1924 | 1908 | 1929 |
mm | 1194 | 1281,2 | 1319,1 | 1352,7 | 1430,1 | 1448,5 | 1456 | 1459,3 | 1522 | 1535,1 |
FASE FENOLOGICA
L’ultimo periodo freddo e la siccità stanno rallentando lo sviluppo. A seconda delle zone e delle varietà la vite generalmente risulta compresa tra la fase di gemme cotonose (BBCH 05) e la terza foglia distesa (BBCH 13). In alcune zone molto precoci di collina e con varietà molto precoci si è anche a grappoli visibili e 4-6 foglie distese (BBCH 53)
GESTIONE SUOLO
Evitare di trinciare le interfile. Trinciare senza aver effettuato il primo intervento antiperonosporico aumenta il rischio di infezioni primarie, limitate dalla presenza dell’inerbimento che intrappola e riduce i “salti” delle spore. Inoltre grazie alla rinnovata disponibilità idrica l’erba tornerà a crescere rapidamente, raggiungendo nuovamente e in tempi brevi l’altezza di quando è avvenuto l’eventuale primo taglio. Per quanto riguarda il controllo delle infestanti rimandiamo al bollettino numero 1.
MAL DELL’ESCA
Specialmente per gli impianti giovani, per chi non avesse ancora effettuato l’intervento a base di Trichoderma asperellum e gamsii, i funghi antagonisti che competono per lo spazio e per i nutrienti nei confronti dei funghi patogeni associati al complesso del mal dell’esca è ancora possibile intervenire.
Per l’intervento è consigliato attendere giornate umide e distribuire almeno 400 lt di acqua per ettaro con 250 gr/hl di fitosanitario. L’altra accortezza è preparare una sospensione concentrata almeno 24 ore prima di fare il trattamento con 500 grami di prodotto ogni 5 litri, in modo che i conidi del fungo antagonista germinano e siano subito pronti a colonizzare il legno.
ESCORIOSI
Il patogeno sverna nei tralci infetti o sui residui vegetali in forma di picnidi che si differenziano in autunno-inverno. In primavera, dopo prolungati periodi di pioggia, i picnidi emettono dei cirri giallastri che, sempre grazie alla pioggia, vengono trasportati sui germogli ed infettano i tessuti. Il patogeno tende ad invadere il cambio e compaiono fenditure e lesioni necrotiche e il germoglio diventerà fragile, meno fertile e potrà anche seccare. È importante asportare le parti infette ed evitare di trinciarle. Generalmente si interviene a rottura gemme e si esegue un secondo intervento 8-12 giorni dopo. Negli ultimi anni per via delle condizioni meteorologiche la malattia ha avuto un’incidenza minore e perlopiù su varietà sensibili come il groppello o in situazioni/contesti dove la problematica si è insediata negli anni. Nei vigneti colpiti può essere utile anticipare i trattamenti impiegando zolfo bagnabile a 2 kg/ha, iniziando in contemporanea la difesa da peronospora addizionando 200 g/ha di rame metallo.
PERONOSPORA
Nelle zone più precoci, dove lo sviluppo dei germogli è mediamente oltre i 5 cm, è possibile intervenire appena prima di quello che sarà il nuovo peggioramento, con sostanze attive di copertura come rame o metiram, in grado di proteggere fino a 20-25 mm di pioggia.
È sconsigliato ricorrere a prodotti sistemici, in quanto è meglio riservarli a periodi con pressione del patogeno più elevata.
I prodotti citotropici, quali ad esempio cimoxanil, o citrotropici traslaminari, come il dimetomorf, in questa fase possono essere abbinati ai prodotti di copertura nelle situazioni più a rischio, o in areali/vitigni più precoci e più avanti nello sviluppo. Sconsigliato anche l’utilizzo di prodotti di copertura a base di sostanze attive come folpet, dithianon, zoxamide, ciazofamide, amisulbrom, fluazinam e famoxadone, anch’esse più opportune quando la parete fogliare sarà più consistente.
Vista l’esiguità della parete fogliare, è opportuno dosare i prodotti secondo il quantitativo riportato per ettolitro di acqua.
OIDIO
Abbinare al trattamento per la difesa da peronospora un trattamento anti oidico con zolfo al dosaggio 200 g/hl. Solo nelle aree con infezioni ricorrenti e su vitigni sensibili è possibile innalzare il dosaggio dello zolfo a 400 g/hl.
INDICAZIONI PER LA DIFESA – PERONOSPORA
Con D.D.S. 1 marzo 2023, n 2927, consultabile sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia (BURL) Serie Ordinaria n. 10 di martedì 7 marzo 2023, il dirigente del Servizio Fitosanitario Regionale ha approvato i disciplinari di produzione integrata per la Lombardia, anno 2023. Tali norme sono valide per le aziende beneficiare dell’operazione 10.1.01 “Produzioni agricole integrate” del PSR 2014-2020 e per i programmi operativi delle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli (OCM ortofrutta – Reg. 1308/13/CE).
Di seguito si riporta il link per la loro consultazione:
Le modifiche rispetto al 2022 per la difesa da peronospora riguardano:
- La possibilità di impiegare la laminarina, che è un elicitore delle difese naturali della pianta (es: vacciplant), con target peronospora. Generalmente si impiega per aumentare la resistenza verso oidio e botrite.
- L’uscita definitiva del Famoxadone (il termine ultimo di impiego era il 16/09/2022 e gli unici 2 prodotti in circolazione erano l’Iteral e l’Equation Pro, entrambi in combo con cimoxanil).