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Bollettino Agrometeorologico Vite n°15. 2021 del 09.07.2021

INDICAZIONI METEOROLOGICHE


Sabato 3 luglio un temporale ha interessato la zona del Lugana con 8-12 mm e circa 5 mm nella zona di Capriano, mentre nessun accumulo si è registrato nel resto del territorio. Domenica 4 luglio brevi rovesci hanno portato dai 2 ai 5 mm su tutto il territorio ad eccezione della bassa Val Sabbia, dove dall’altezza di Gavardo, a salire, sono scesi 20-30 mm di pioggia. Circa 20-25 mm anche nella vicina bergamasca. Mercoledì 7 luglio, in serata, un temporale ha portato circa 20-25 nell’est bergamasco con grandine diffusa nella zona del Sebino (Paratico, Sulzano). Il temporale non è riuscito ad oltrepassare il fiume Oglio, con solamente 2-5 mm in Franciacorta nei pressi del lago d’Iseo.
Nella serata di ieri, giovedì 8 luglio, forti temporali hanno nuovamente colpito il bergamasco, coinvolgendo solo limitatamente la Franciacorta. Dalla collina di Gussago/Brescia verso est, invece, i fenomeni sono ripresi con cumulate nell’ordine di 25-40 mm in Valtènesi e in Lugana. In Lugana, la pioggia è stata in alcuni casi da grandine (Centenaro, Pirenei) che ha portato un danno del 5/15 % sul fianco sud ovest. Sulla zona collinare di Brescia sono caduti 8-12 mm e circa 5 nella zona di Capriano. La grandine ha colpito il veronese non appena oltrepassato il Mincio.
Ad eccezione di un piccolo cavo d’onda che potrà apportare deboli temporali nelle zone pedemontane per la serata di domenica il weekend trascorrerà stabile e con temperature nella norma. Segnaliamo che i modelli prevedono ad oggi un forte passaggio perturbato per le prime ore di martedì prossimo che porterà instabilità prolungata, probabilmente fino a giovedì.

*stazione con rilevazione di temperature e piovosità non corretta. Purtroppo la stazione del consorzio Franciacorta di Paderno non è attendibile, come anche le stazioni di Passirano ed Erbusco nella rilevazione dei mm (spesso soggette a sottostime). Anche la stazione meteo della provincia di Monticelli Brusati non è attendibile per la pluviometria (soggetta a sovrastime), mentre la stazione di Cortefranca, trovandosi prossima al lago d’Iseo è rappresentativa di quell’area, spesso molto più piovosa delle zone circostanti. Un buon riferimento può essere la stazione di Adro.

Nelle zone dove i temporali sono riusciti ad apportare almeno 30 mm di pioggia le piante torneranno ad attività fotosintetica normale. Laddove non ha piovuto o sono caduti meno di 20 mm di pioggia proseguire con l’osservazione dei propri vigneti, specialmente se giovani o nuovi impianti e prevedere un’irrigazione di soccorso se le foglie tendono a chiudersi e le basali ad ingiallire. L’apporto consigliato è di 30-40 mm. Con impianti a goccia dotati di gocciolatori ogni 50 cm, con portata di 2 litri ora serviranno pertanto 8-10 ore di bagnatura, tempi dimezzati in caso di portata dei gocciolatori pari a 4 litri ora. Sono preferibili bagnature di questo tipo in quanto l’acqua può raggiungere gli strati profondi e non soltanto i primi centimetri superficiali. Nel caso di irrigazione a pioggia sono da evitare le ore notturne in quanto la bagnatura fogliare si protrarrebbe per troppo tempo e aumenterebbe il rischio di infezioni. In aggiunta, occorre prevedere il ripristino della copertura qualora questa sia al termine, ma anche in funzione del fatto che un’irrigazione a pioggia da 30/40 mm è equiparabile ad una pioggia dilavante.

FASE FENOLOGICA

Pre chiusura grappolo – Chiusura grappolo.

GESTIONE DEL SUOLO E DELLA VEGETAZIONE

Concludere le operazioni di cimatura.

PERONOSPORA

Rischio medio.
La situazione è, come sempre, molto differenziata.
Le aree più asciutte non evidenziano presenza di peronospora su foglia o grappolo. Nei casi in cui si sono avviate infezioni, queste sono state limitate dalle temperature e dalla siccità.
Nelle aree più soggette al patogeno (Franciacorta Sottomonte, Lugana zone umide) si sono avviate infezioni a seguito di eventi specifici (temporali con piovosità maggiore di 40 mm) che hanno colpito le femminelle e queste trovano propagazione per via delle bagnature fogliari notturne che si registrano.

In funzione di ciò si consiglia:

  • Nelle zone sensibili è possibile impiegare sostanze di copertura come rame, zoxamide, ciazofamide e ametoctradina, in abbinamento a fosfonati, dimetormorf o altri CAA (iprovalicarb, mandipropamide, benthiavalicarb, valiphenal), cimoxanil.
  • Nei vigneti a basso rischio e nelle zone più precoci è possibile passare ad una difesa con rame al dosaggio di 300 grammi di rame metallo per ettaro o al semplice impiego di una delle sostanze attive di copertura sopra indicate, senza l’abbinamento con sostanze attive sistemiche o citotropiche.
  • Nei vigneti biologici intervenire con 300 grammi di rame metallo per ettaro.
  • Con piovosità superiore a 40 mm, in funzione della linea di difesa adottata, valutare il grado di copertura e ripristinare al più presto la difesa.

OIDIO

Rischio elevato
Le alte temperature hanno limitato lo sviluppo del patogeno. Le piogge intervenute e la flessione delle temperature potrebbero favorire una maggiore virulenza. Mantenere elevato il livello di monitoraggio e intervenire con una linea adeguata alla pressione del patogeno.
Negli areali dove la pressione della malattia è storicamente bassa e nei vigneti poco sensibili intervenire con zolfo alla dose di 4 kg/ha. Nelle zone con forte pressione del patogeno e/o su varietà e vigneti più sensibili innalzare il dosaggio dello zolfo anche a 8-10 kg/ha.
L’uso dello zolfo liquido, con o senza terpeni, consente di aumentare l’efficacia del trattamento e ridurre il dilavamento in caso di pioggia. In quest’ultimo caso è possibile utilizzare ad esempio 2 lt/ha di zolfo liquido assieme a 6-8 kg/ha di zolfo bagnabile.
In associazione ai trattamenti con prodotti di sintesi è possibile utilizzare metrafenone/pyriofenone o meptyl dinocap o bupirimate o proquinazid o ciflufenamide. Ricordiamo il limite di 3 impieghi tra metrafenone e pyriofenone e, al contempo, massimo 2 interventi alternativi tra loro tra proquinazid, bupirimate e pyriofenone.
Impiegabili in questa fase anche i triazoli disponibili: difenconazolo, penconazolo, tebuconazolo, tetraconazolo, flutriafol. Non citiamo fenbuconazolo e miclobutanil in quanto revocati.

Un intervento antiperonosporico e antioidico ed il successivo, in questa fase possono essere intervallati dall’impiego di zolfo ventilato alla dose di 30/35 kg/ha.


TIGNOLA

Il volo è avvenuto nel corso della scorsa settimana, con un numero di catture limitato. Le elevate temperature registrate hanno inoltre sfavorito la fertilità delle uova, per cui, ad oggi, non si registrano infezioni di rilievo.
Gli interventi per il controllo dello scafoideo hanno consentito, inoltre, il contenimento indiretto della popolazione.
Mantenere attivo il monitoraggio per verificare un’eventuale coda di volo, a seguito della riduzione delle temperature.
Il trattamento con i prodotti ovicidi deve essere fatto al raggiungimento del picco di volo, mentre i prodotti abbattenti devono essere usati entro 5/7 giorni dal picco. Le sostanze attive acetamiprid (es: Epik SL) ed etofenprox (es: Trebon up), ammesse da disciplinare su Scafoideo, sono in realtà attive anche su tignola e tignoletta.

I prodotti ammessi dal disciplinare per la difesa da tignola e tignoletta, che descriveremo nel prossimo bollettino sono i seguenti:

  • Bacillus thuringiensis
  • Indoxacarb
  • Metossifenozide
  • Tebufenozide
  • Spinosad
  • Spinetoram
  • Clorantraniliprole
  • Emamectina
  • Piretrine

Antispila oinophylla: impariamo a riconoscerla


I minatori fogliari della vite in Italia sono stati rappresentati storicamente da Holocacista rivillei, diffusa in tutta Italia e da Phyllocnistis vitegenella, localizzata nelle regioni nord-orientali e in Emilia-Romagna. Le due specie sono fitofagi secondari, ma possono dar luogo a pullulazioni localizzate talvolta rilevanti.
Sempre più spesso nei vostri vigneti si verifica la presenza di Antispila oinophylla.
Nel 2007 il minatore di origine nord-americana la cui specie esatta è da poco stata definita era stato riscontrato in Valsugana, mentre nel 2008 a Civezzano (Trento) e nelle provincie di Vicenza, Treviso e Belluno, ma non in quelle di Padova e Verona.


Gli adulti di Antispila o. presentano un’apertura alare leggermente maggiore rispetto a quella di H. rivillei. Le ali anteriori mostrano macchie argentee con riflessi dorati e, in particolare, una banda trasversale basale, una fascia mediana suddivisa in due macchie sub-triangolari (una più piccola costale e una più grande basale) e una macchia circolare al centro dell’area distale. Al contrario, H. rivillei presenta due coppie di macchie sub-triangolari giallo-dorate (basali e costali) sulle ali anteriori.
In numerosi vigneti Antispila o. è stata rinvenuta assieme a P. vitegenella, raramente con H. rivillei. Antispila o. sverna come larva matura sulle cortecce del tronco o altri supporti. In primavera le larve completano lo sviluppo e ha luogo lo sfarfallamento degli adulti che si localizzano sulla pagina inferiore delle foglie e compiono spostamenti limitati. Nel 2008, i primi adulti sono stati osservati all’inizio di giugno e le prime mine fogliari nella seconda metà dello stesso mese. Le larve scavano nel mesofillo una mina di forma ovalare visibile sulla pagina superiore della foglia. Verso la fine dello sviluppo la larva riveste di seta le facce interne della mina e ritaglia i bordi dell’epidermide fogliare (superiore e inferiore) riunendoli e formando un fodero.
Da osservazioni è emerso che in luglio lo sviluppo larvale si completa in due-tre settimane. La presenza dei primi foderi larvali è stata riscontrata all’inizio del mese, aumentando parecchio nella seconda metà. In agosto ha avuto inizio una seconda generazione che si è protratta a settembre.

La presenza di Antispila o. rappresenta un elemento addizionale e per ora i danni osservati sono solo di tipo estetico. Non sono noti per l’Italia nemici naturali della specie e in un contesto di crescente importanza dei minatori fogliari della vite occorre prestare attenzione e imparare a riconoscerla.
Non ci sono fitofarmaci registrati per la coltura. Qualora fossero presenti forti infestazioni è possibile utilizzare per il controllo dei patogeni principali della vite (scafoideo, tignola) prodotti che hanno azione secondaria contro questo patogeno.
Si segnala che il *acetamiprid, comunemente impiegato nel controllo di scafoideo, presenta azione anche su minatori fogliari, mentre in biologico è possibile utilizzare la sostanza attiva *spinosad, utilizzabile contro tignola, che ha capacità di controllo sulla minatrice.