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Bollettino Agrometeorologico Vite n°16. 2022 del 29.07.2022

INDICAZIONI METEOROLOGICHE

Lunedì 25 luglio sera un debole temporale ha portato circa 1 mm di pioggia nei casi più fortunati, altrimenti solo qualche goccia. Tra la tarda sera di martedì 26 luglio e la notte di mercoledì 27 luglio un vasto sistema temporalesco ha scaricato sul bergamasco circa 10 mm e sul bresciano circa 1-6 mm di pioggia con alcune eccezioni.

Nella zona di Capriano del Colle sono scesi infatti circa 20 mm e da Villanuova sul Clisi, risalendo in Val Sabbia ne sono scesi dai 10 ai 20. Molto più interessate le pianure, con la zona del pavese e del milanese occidentale che hanno visto anche 60-80 mm di pioggia e dai 20 ai 40 nel lodigiano, cremasco e nel mantovano.

Si segnala che tra la tarda sera di mercoledì 27 e nella notte di giovedì 28 luglio un temporale stazionario ed autorigenerate in Valcamonica, da Piamborno a salire, ha causato parecchi danni specialmente tra Niardo e Braone. 25 i mm registrati dalla stazione di Esine che, tuttavia, risultava esterna alla fascia più colpita dal rigenerante. Tra ieri sera e questa notte, invece, un temporale ha portato in Franciacorta dai 10, fino ai 20 mm spostandosi verso Brescia; solamente 5 verso il bergamasco. 15-25 mm anche nella zona di Botticino e oltre i 20 mm anche nella zona di Capriano del Colle. Finalmente 10-20 mm anche in Valtènesi e da 5 a 15 mm in Lugana, ma in prossimità del lago, più ai margini la zona di Pozzolengo.

Oggi sarà una nuova giornata favorevole a temporali, quando passerà un rapido minimo pressorio in pianura padana, capace di orientare le correnti dai quadranti meridionali e di generare instabilità diffusa. In questo caso sussiste anche il rischio di fenomenologia violenta.

Da sabato il tempo tornerà stabile e dalla prossima settimana saremo nuovamente sotto ad una nuova ondata di caldo intensa. Segnaliamo che dal 14 al 26 luglio, compresi, le temperature massime registrate sul territorio sono state sempre over 34°.

tab meteo bollettino vite 16

FASE FENOLOGICA

A seconda delle zone e delle varietà la vite è in invaiatura (BBCH 81-83). Tuttavia, in diversi areali l’ingrossamento dell’acino è arrestato (acinellatura verde) a causa della carenza idrica e in alcune situazioni si osserva anche parziale appassimento del grappolo.

GESTIONE DELL’INERBIMENTO E DELLA VEGETAZIONE

Al fine di preservare le risorse idriche si consiglia di trinciare tutte le file. Per mantenere le aree rifugio si consiglia di non trincare le capezzagne o le aree di contorno quali le scarpate. In diverse zone i sintomi da stress idrico sono accentuati, pertanto è consigliabile effettuare bagnature settimanali che apportino almeno 30 mm.

La vite per riequilibrarsi e proteggersi tende innanzitutto a bloccare la crescita delle femminelle ed in seguito a far seccare la massa fogliare che non è in grado di sostenere con il conseguente distacco e caduta di foglie a partire dalle porzioni basali dei tralci e la riduzione dell’evapotraspirazione.

Anche la produzione, quindi i grappoli, vengono sacrificati in questo processo di ri-ottimizzazione delle risorse per la sopravvivenza. Nelle situazioni più gravi e nei ceppi più in stress si può pensare di diradare i grappoli per aiutare le piante a sopravvivere, o a tagliare i tralci per ridurre la superficie fogliare e preservare la vitalità della pianta.

Figura 1: porzione di filare ormai completamente defogliato.

Nelle zone irrigate, invece, i grappoli si mostrano pieni e turgidi e quindi è opportuno iniziare a moderare gli apporti idrici, riducendoli e tenendo monitorato l’andamento meteorologico, per evitare poi problematiche di marciumi più avanti.

Con l’invaiatura possono avviarsi anche i danni da scottature per questo è possibile pianificare interventi a base di caolino o polveri di roccia sulla fascia del grappolo per mascherare e coprire la produzione dalla radiazione diretta.

Continuare a segnare le piante con sintomi da giallumi della vite e da mal dell’esca.

Cercare di tardare il più possibile eventuali operazioni di cimatura e trinciatura in modo da avvicinarsi alla vendemmia e quindi di effettuare tali operazioni un’unica volta.

PERONOSPORA

Rischio basso

Sospendere gli interventi per varietà precoci e/o vendemmie per base spumante.

La fase di invaiatura avviata rende di fatto il grappolo non attaccabile da parte del patogeno ed anche sulle foglie vecchie non si evidenzieranno infezioni. In seguito alle piogge potrà avviarsi qualche infezione di scarsa entità sulle femminelle, qualora fossero presenti.

Per i vigneti a vendemmia tardiva, per la Lugana e la Valtènesi, dopo eventuali piogge e conseguenti bagnature fogliari, si consiglia di proteggere la nuova vegetazione che si svilupperà con:

  • Rame* (200-300 g/Ha di metallo),
  • Ciazofamide*, Ametoctradina*, Zoxamide* per coloro che non hanno intenzione di impiegare il rame o per le situazioni più a rischio. Possibilmente in miscela con sostanze attive che si redistribuiscono parzialmente come i CAA (dimetomorf*, mandipropamide*, iprovalicarb*, valifenalate*, benthiavalicarb*) o cimoxanil nei limiti ammessi dalle etichette o dai disciplinari di produzione o con molecole sistemiche, come i fosfonati*.

Nei sistemi di allevamento a spalliera, in considerazione del fatto che la nuova vegetazione si svilupperà nella parte alta della cortina, si potrà intervenire solo su quella fascia.

OIDIO

Rischio basso

Con l’inizio l’invaiatura il grappolo diviene meno sensibile al patogeno che, tra l’altro, risulta meno virulento con T massime oltre i 35°C. Nei vigneti indenni da oidio sospendere i trattamenti. Nei vigneti con presenza di oidio intervenire con zolfo in polvere alla dose di 25 kg/ha nelle ore più fresche della giornata. Nei vigneti a maturazione media o tardiva, associare ai trattamenti antiperonosporici per la conservazione delle vegetazione 2-4 kg/ha di zolfo bagnabile.

TIGNOLA

Con l’invaiatura sono maggiormente visibili i danni della seconda generazione con gli acini che appassiscono o evidenziano l’avvio di marcescenze secondarie.

In alcuni casi i danni si sono verificati anche in presenza di confusione sessuale a dimostrare una parziale inefficacia del metodo o comunque una copertura non totale. Per il futuro sarà opportuno condurre un attento monitoraggio anche su vigneti sottoposti al controllo mediante confusione per testarne l’efficacia (la presenza di catture sarebbe l’evidenza di una scarsa copertura). Al momento non si evidenzia il volo di terza generazione ed è quindi inutile intervenire.

BLACK ROT

In alcuni areali, nonostante l’andamento climatico ostile ai patogeni fungini legati all’umidità, si osservano sintomi di black rot su foglia e grappoli. Tenere monitorata la situazione e asportare i grappoli infetti. Con la potatura invernale rimuovere e distruggere il legno infetto. Rame*, strobiruline* (azoxystrobin, pyraclostrobin, trifloxystrobin), tetraconazolo* e penconazolo* hanno attività nei confronti del patogeno. Consultare il proprio tecnico per valutare se è necessario intervenire.