Molte coltivazioni orticole sono ormai legate indissolubilmente alle serre, per lo meno per alcuni periodi di produzione. Le motivazioni che spingono all’utilizzo delle serre sono molteplici:
-la possibilità di modificare il periodo di produzione;
-la garanzia di poter controllare alcuni parametri climatici;
-la riduzione di talune problematiche parassitarie;
-la quasi completa macchinabilità delle operazioni.
Le strutture utilizzate si differenziano in due macrocategorie:
•I tunnel: di dimensione variabile in funzione delle necessità, possono avere archi che garantiscono copertura da pochi centimetri fino a molti metri.
•I multi tunnel: sono strutture a palo dritto, a campate contigue e continue, diffuse per lo più al sud, dove non richiedono impianti antineve.
La copertura delle serre da orticoltura con coltivazione in suolo è effettuata essenzialmente con film plastici per via delle seguenti caratteristiche: facilità di lavorazione, economicità, colorabilità, isolamento acustico, termico, elettrico, meccanico, resistenza alla corrosione chimica, nonché idrorepellenza e inattaccabilità da parte di muffe, funghi e batteri.
le specificità ottiche del film plastici
Oltre alle classiche caratteristiche fisiche (spessore), o tecniche (durata), è necessario porre l’attenzione su quelle che sono le specificità ottiche.
In funzione della loro composizione, infatti, i film plastici hanno la capacità di lasciar passare una certa quota di radiazione (Utravioletto, Visibile, Infrarosso), determinando due peculiarità ottiche di fondamentale importanza per le produzioni di qualità: la trasparenza e la termicità.
Riguardo alla prima caratteristica, la combinazione di diverse tipologie plastiche, l’inclusione di colori, di minuscole bolle d’aria o di materiali riflettenti, sono in grado di diminuire la trasparenza del film a differenti lunghezze d’onda. Questo permette di ridurre la quantità di luce e calore in entrata nella serra.
Se si considera che le colture raggiungono il massimo della fotosintesi a valori di lux compresi tra i 20.000 e i 30.000 per metro quadro di superficie fogliare, corrispondenti a meno del 20 – 30 % della radiazione luminosa di una giornata estiva di pieno sole, è chiaro che in alcuni periodi è possibile scegliere film a ridotta trasparenza.
Poiché il calore fuoriesce dalle serre sotto forma d’infrarosso, la trasparenza a tale radiazione determina la cosiddetta termicità.
Un film poco trasparente all’infrarosso ha un’elevata termicità: essendo quindi caldo, è da utilizzare nei periodi di produzione freddi o temperati. Al contrario, i film poco termici permettono di ridurre l’effetto serra e devono essere utilizzati nei periodi più caldi.
Tali scelte possono essere fatte quando si utilizzano film stagionali o annuali, oppure quando si decide di favorire un certo periodo produttivo (estate o inverno) nei film poliannuali.
Inoltre, i si possono richiedere film con le seguenti opzioni:
- Antigoccia: limita o riduce la formazione di gocce di condensa sul lato interno del film, evitando lo stillicidio sulla coltura, e aumenta la luce disponibile per le colture;
- Antifog: riduce la nebbia nelle serre;
- Radazione diffusa: diffonde la luce evitando la radiazione diretta e limitando le zone d’ombra;
- Anti Vector: l’utilizzo di sostanze in grado di riflettere i raggi ultra violetti determina una minore presenza degli insetti dentro le serre, ma è da usare con attenzione nei casi in cui i pronubi siano necessari per l’impollinazione;
- Film cromatici: il colore dei film è in grado di influire sulle caratteristiche fisiche delle piante (Blu Brachizzante, Rosso Allugamento.)
- Antipolvere: evita l’accumulo di sporco e polvere sul film e quindi parte dell’ombreggiamento dovuto all’invecchiamento.
Infine si ricorda che, in ottemperanza alla alla normativa EN 13206, i film plastici sono classificati in funzione della loro durata come segue:
- N: 400 ore – 0,5 anni;
- A: >= 170 ore – 1 anno
- B: >= 3200 ore – 2 anni
- C: >= 4600 ore – 2/3 anni
- D: >= 6000 ore – 3 anni
- E: >= 7300 ore – 3/4 anni.
Questi dati, validi per la provincia di Brescia, devono essere riparametrati con la mappa isoradiattiva per altre aree geografiche.