logo agralia studio di agronomia

"L'agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a un migliaio di miglia dal campo di grano"
D.E.

Agralia è

il luogo dell'agronomia,

il luogo dove teoria e pratica si incontrano,

il luogo dove agronomi e produttori si confrontano,

condivisione di conoscenze ed esperienze,

supporto a produzione, qualità e sviluppo aziendale

la Cocciniglia del Corniolo

La cocciniglia del corniolo (Parthenolecanium corni) appartiene alla famiglia dei coccidi, ordine dei rincoti, è molto comune nelle regioni settentrionali. È una specie molto polifaga che si trova su specie arboree ed arbustive. Su vite, in particolare, si diffonde sul tronco, sui tralci e sul rachide dei grappoli, le forme giovanili si trovano nella pagina inferiore delle foglie.

Le femmine, non mobili e di colore brunastro, hanno una lunghezza di circa 4-7 mm con un corpo ovale percorso da solchi. Al di sotto di esse vengono deposte tra le 2000 e 3000 uova. Il maschio invece ha una lunghezza molto inferiore rispetto alla femmina, circa 2 mm di lunghezza, e sono mobili ed alati con un colore giallognolo, gli individui maschili sono poco diffusi, ed inoltre la riproduzione avviene per partenogenesi.

CICLO BIOLOGICO:

La cocciniglia del corniolo compie una generazione all’anno, sverna come neanide di seconda età (giovane femmina) sui tralci o sul tronco. La neanide completa il suo sviluppo in primavera e alla fine della stessa deposita le uova. Dopo 2-4 settimane escono le neanidi di prima generazione, le quali vanno a posizionarsi sulle foglie e successivamente sui tralci.

DANNI:

La cocciniglia del corniolo compie punture trofiche lungo le nervature delle foglie e nei pressi dei peduncoli dei frutti, questo causa un deperimento generale della pianta per la sottrazione di linfa. Inoltre la pianta subisce un rallentamento dell’attività fotosintetica, causato dalla produzione, da parte della cocciniglia, di melata che stimola lo sviluppo delle fumaggini. I danni causati dalla cocciniglia del corniolo possono assumere notevole importanza quando l’insetto viene lasciato proliferare col tempo senza adottare una strategia di lotta.

LOTTA:

La presenza sembra essere favorita dal metodo di difesa biologico, che sconta la disponibilità di prodotti con minore efficacia nei confronti del patogeno, minori mezzi di difesa disponibili o della necessità di una maggiore precisione e focalizzazione degli interventi.

Per la difesa in lotta integrata è opportuno utilizzare prodotti ad azione sistemica, in funzione della maggiore efficacia contro gli insetti ad apparato boccale pungente succhiante.

Per i produttori in regime integrato si consiglia di monitorare la consistenza dell’infestazione per valutare interventi specifici con spirotetramat* o acetamiprid* in corrispondenza della fuoriuscita delle neanidi, oppure l’uso di insetticidi per il controllo di scafoideo (acetamiprid o azadiractina) con azione collaterale contro le cocciniglie. In virtù della possibile sovrapposizione del trattamento con la fioritura della vite si consiglia di verificare attentamente le etichette ed escludere l’uso, nel corso nel corso di questa fase, di sostanze che abbiano limitazioni (es. acetamiprid, oppure spirotetramat ammesso da fine fioritura).

In produzione biologica è possibile utilizzare azadiractina.

Il disciplinare di produzione integrata della regione Lombardia, contro la cocciniglia del corniolo, consente di trattare con: Oli Bianchi senza limite di numero di interventi, Acetamiprid e Spirotetramat entrambi massimo 2 trattamenti, oppure con Pyriproxifen massimo 1 trattamento, ma attualmente non risultano prodotti commerciali utilizzabili su vite.

Il controllo può essere effettuato con antiagonisti quali: Anagyrus pseudococci e Cryptolaemus montrouzieri.